lunedì 31 maggio 2021

Il mio caro pollice

La cosa più eclatante che mi sia successa di questi tempi è pizzicarmi il pollice in un palo di legno…ma andiamo per ordine. La  mia frequentazione di monti e valli mi porta sovente a Lities dove il mio amico Mauro vive e lavora, poiché io scalo non lontano da casa sua, sovente nel passare a trovarlo  gli do una mano a fare lavori di pura e rude manovalanza, come si addice a uomini veri e grezzi come noi. Avendo finito, dunque, la mia occupazione col verticale, sceso al piano, vidi Mauro intento a costruire una palizzata-recinto per gli animali.”dai, che ti do una mano!” sbottai, e sfilatomi lo zaino, tra un urlo dell’ocone ed un abbaiare di cani mi approntai “all’arduo cimento”. L’organizzazione del lavoro era dunque la seguente: caricare i paletti sulla jeep, trasportarli in basso nel luogo prescelto, fare le buche in cui infiggere i suddetti paletti, inchiodare la rete termosaldata, fine dell’opera. Tutta la prima fase si svolse senza intoppi o problemi e dunque arrivammo al fatidico momento dell’infissione. “Tu tieni il palo in posizione verticale, io batto con la mazza e poi finiamo di riempire il buco con sassi e terra” ipse dixit. La maestria con la quale Mauro utilizza l’attrezzo non ha uguali in tutte e tre le valli di Lanzo, il suo possente corpo di ex rugbista si espresse appieno nella costruzione del recinto. Un turbinio di mazzate investì il palo, ed io sempre più pavido vedevo la mazza volteggiare sopra la mia testa “vai tranquillo o prendo il palo o te, di qui non si scappa”. Indossavo un paio di guanti da lavoro in pelle per non infilarmi scaglie di legno nei polpastrelli, ma ahimè uno di essi aveva un vistoso strappo sul pollice destro, parte interna; mentre la violenza si scatenava con furia da uragano su di un palo, tutto ad un tratto esso ebbe un crollo strutturale, o meglio si fessurò in senso verticale e per l’elasticità delle fibre lignee si richiuse immediatamente pizzicandomi l’unica parte scoperta dal guanto…il pollice. “cazzo!” “fammi vedere, ci’hai le mani di merda di un professore…"Che la ministra Moratti abbia ragione? Mi balenò nella mente che forse stava preparando una sorta di “rivoluzione culturale cinese 2.0, mandando i prof inutili a rieducarsi nei campi! In questo caso io il luogo ce l’ho già, e va pure bene, soleggiato, panoramico, aria buona, cibo naturale nonché biologico, roccia a non finire. Un bel giro di nastro intorno al dito, un caffè, un saluto fraterno. Ci vuole molto per essere felici?



 

 

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