lunedì 31 maggio 2021

Ai Piani di Bobbio

“Zuccone Campelli! Chi era costui? Campelli! Questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito; […] ma chi diavolo era costui?”. Mi permetto di parodiare Manzoni per parlare in realtà di una montagna. Siamo in vicinanza di quel “ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno”, nelle Orobie e più precisamente in Valsassina i cui paesaggi si vedono nei Codici di Windsor di Leonardo e in alcuni sfondi di quadri, tra cui anche la Gioconda. Ed è proprio in Valsassina che si trova Il gruppo montuoso dei Campelli, fino a qualche tempo fa a me sconosciuto. Un territorio che sa offrire scenari molto belli e ampie possibilità sportive ed escursionistiche. Iniziamo col parlare dei Piani di Bobbio che si estendono a 1630 metri di quota. Furono possedimento del feudo monastico dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio tra il VII e il X secolo. Utilizzati dunque da molto tempo come alpeggio, oggi sono anche un’area di divertimento invernale ed estivo. Il comprensorio della neve offre 35 km di piste, due anelli per lo sci nordico, gite di sci alpinismo, percorsi per le ciaspole. Nella stagione calda i prati si ricoprono di erba e fiori diventando zona di pascolo per bovini e ovini per la produzione di formaggi d’alpe di cui la Valsassina vanta fama. I Piani sono dominati dal massiccio roccioso di tipo dolomitico composto da Zuccone dei Campelli (2161 m.), Zucco di Barbesino (2152 m.), Zucco di Pesciola (2092 m.) e Corna Grande (2090 m.). Insieme alle più famose Grigne, sul versante opposto della valle, consentono a escursionisti, alpinisti, speleo e bikers di percorrere sentieri, ferrate, vie di roccia e cavità. All’interno del gruppo montuoso si aprono due aspre concavità parallele direzionate Est-Ovest: il Vallone dei Mughi o Megoff e il Vallone dei Camosci. I Piani di Bobbio sono puntellati di rifugi che consentono riposo e ristoro a colpi di polenta taragna con selvaggina o formaggi locali, Cagiada (sorta di cagliata), Taleggio con pere o mele, Scarpinasc (ravioli dolci) e Caviadini (biscotti di pasta frolla).

Per arrivarvi si può salire da Barzio (LC) o da Valtorta (BG).

v  Zuccone dei Campelli - Anello escursionistico (EE)

Dal piazzale d’arrivo della funivia si percorre lo sterrato che sale in direzione del prospiciente Vallone dei Mughi piegando poi a destra in direzione del Rifugio Lecco (1777 m.) che si trova all’imbocco del Vallone dei Camosci [ore 0,15]. Dal rifugio ci si dirige verso sud fino alla Bocchetta di Pesciola (1780 m.) dove inizia il Sentiero n° 30 “degli Stradini” che, con percorso panoramico, corre sui fianchi scoscesi dello Zucco di Pesciola passando anche in prossimità dell’attacco della ferrata omonima. All'inizio piuttosto facile, il sentiero diventa un po’ più impegnativo nell’attraversamento di alcuni canali, facilitato però da corde fisse e gradini, sbucando infine al Colle del Faggio (1839 m.) con fantastica vista su Resegone e Grigne. Si scende poi nella verde conca della Casera Campelli (1783 m.) e con una breve risalita si raggiunge lo sperone roccioso sul quale è appollaiato il Rifugio Cazzaniga (1889 m.), [ore 1,30]. Dal Cazzaniga s’imbocca il Sentiero n° 101 Anello dei Campelli in direzione della Bocchetta dei Mughi. Si sale a una selletta con piccoli pianori erbosi, passando per la Baita della Bocca (1923 m.), si continua in saliscendi tra valloni sovrastati dalle dolomitiche rocce dello Zucco di Barbesino e con vista su Cima di Piazzo e La Cornetta sull’altro versante. Si prosegue su una cengia non esposta, uscendo a una forcella. Dopo breve discesa si rimonta un ripido canale che sale alla Bocchetta dei Mughi (2010 m.) posta tra la Corna Grande e i Denti dei Mughi (2055 m.) [ore 1,20], con vista sulla parete nord dello Zucco di Barbesino. Si scende quindi senza particolari difficoltà lungo il Vallone dei Mughi fino ai Piani di Bobbio, [ore 0,30].

v  Zuccone dei Campelli - Parete Ovest - Fessura Comici  Comici-Cassin-Varale-Dell’Oro-Spreafico 28/5/1933 - 140 metri - Valutata dagli autori di IV grado inferiore.

 

·         Racconta Cassin nel libro “Capocordata. La mia vita di alpinista”. […] Comici ha espresso il desiderio di conoscere anche questa grande costiera di tipo dolomitico che massiccia si impone tra la Valsassina e la Valtorta[...] una volta che ci si trova dinanzi alla bastionata è per noi un piacere additare a Comici la parete inviolata. Numerosa è la brigata: oltre a Comici ci sono la Varale, Boga e Mario Spreafico [....] Realizzata la via, che battezziamo Fessura Comici, se ne divide fraternamente l'onore [....].

 

·         Un testo di C. Caccia su ”Orobie” ricostruisce il fatto. […] La scalata si svolse in concomitanza con la giornata del CAI al Rifugio Cazzaniga dal quale Comici e compagni raggiunsero la parete dello Zuccone dei Campelli scansando così il discorso dell’onorevole Capoferri che, come si legge su Il Popolo di Lecco del 3 giugno 1933: “[…] volle esprimere la vecchia ammirazione per il movimento alpinistico lecchese, […] parlò dei nostri combattenti ed eroi conosciuti al fronte e fra essi, esaltò la magnifica figura di Cazzaniga […] con un indovinato accenno al Duce d’Italia e del Fascismo, animatore di tutte le energie sane, utili e nobili ”.

Non posso che essere concorde con la scelta  degli scalatori che dedicarono la loro attenzione alle rocce piuttosto che a una stucchevole retorica di regime. Partendo dal Rifugio Lecco si risale la parte sinistra del Vallone dei Camosci lungo l’ampio sentiero sassoso che costeggia la pista da sci. Quando la strada fa un tornante verso sinistra si prosegue dritti verso il fondo dell’anfiteatro roccioso. Guardando verso destra, sulla parete ovest dello Zuccone si notano due evidenti camini paralleli, a sinistra di essi vi è la Fessura Comici che si raggiunge con una traversata sul fondo del vallone. La via è stata attrezzata dalle Guide della Valsassina con fittoni resinati.

SScalare la paretina iniziale e poi una larga fessura seguita da uno strapiombino. 40 m. – 4b

o  Verticalmente fino a una lama staccata; ancora verticalmente in fessura uscendone a destra, sosta su terrazzo. 20 m. – 4a

o   Fessura camino, terrazzini e poi un corto diedro. 25 m. – 4a

o   Superare una paretina nera da destra a sinistra, uscire su una cengia e salire per saltini fino alla base della parete soprastante sostando al suo limite sinistro. 25 m. – 4b

o   Aggirato lo spigolo, salire un diedro-camino e uscirne a destra con ottimi appigli. Proseguire fino alla sosta rimontando i vari salti. 30 m. – 4b. Dal termine della via spostarsi sulla cengia sino alla ferrata che conduce in vetta. 




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