lunedì 31 maggio 2021

Lo Spirito del bosco

Come sappiamo bene anche in montagna, secondo le leggende popolari, il bene e il male si sono sempre combattuti aspramente e questo accadeva anche nei pressi del lago di Como dove demoni e angeli si facevano guerra da tempo immemorabile. Fu così che il generale Canzio, possente e terribile comandante dei diavoli, a causa di un potente starnuto provocato dall’astuzia di un arcangelo, lasciò infissi nel terreno le corna e alcuni denti che, pietrificati per volere dell’Onnipotente, diedero vita a Corni di Canzo e Resegone. Per quanto riguarda il Resegone, in effetti, da qualunque parte lo si osservi, appare come una cresta dentellata ma i Corni di Canzo sono tre e non due come le corna di ogni diavolo che si rispetti per cui anche di Canzio. Dopotutto dice il Sommo Poeta: ”Vuolsi così…e più non dimandare”, meglio quindi non scervellarsi oltre. Per raggiungere i Corni, consiglio di prendere un treno da Milano per Canzo-Asso (Ferrovie Trenord). Si viaggia comodamente poco più di un’ora invece di stressarsi nel traffico infernale della SS36 verso Lecco. All’uscita della stazione è facile individuare le indicazioni per Fonte Gajum che si raggiunge  in circa quindici minuti di agevole cammino. Siamo dunque nell’area dei Corni di Canzo (localmente detti Curunghèj), localizzati nel Triangolo Lariano ovvero quella parte della Brianza che s’incunea tra i due bracci meridionali del lago di Como, luogo bellissimo delle Prealpi puntellato di laghetti e rilievi che sono meta di numerose escursioni nonchè arrampicate su roccia. Dalla Fonte Gajum (485 m.) continuiamo dunque raggiungendo in breve tempo Prim’Alpe (725 m.) dove ha inizio Lo Spirito del Bosco, un sentiero corredato da una serie di sculture lignee dell’artista A. Cortinovis. Superata la fontana, sul lato destro della strada, si attraversa un corridoio di tronchi e subito possiamo vedere il primo personaggio scolpito su un albero. Il percorso non è per nulla faticoso e il dislivello non certo impossibile. Dopo un'iniziale discesa e l'attraversamento del torrente, il sentiero alterna ripiani a brevi discese, prosegue con alcuni strappi, facilitati da scalette e tornanti, che portano in quota fino a incontrare nuovamente la strada poco distante da Terz’Alpe (800 m.) ove sorge l’Azienda Agrituristica Corni di Canzo (un’ora e trenta con calma, sostando per osservare e fotografare le statue). “Lungo tutto il percorso, in parte protetto con staccionata, disseminati qua e là, gli spiriti del bosco che ci osservano e ci guidano lungo la strada. Arrivati al labirinto, si ha l'impressione di perdersi ma alla fine l'uscita si trova sempre e, dopo pochi passi sulla passerella, il tragitto volge ormai alla meta.” Questo è il commento che compare sul sito istituzionale del Comune di Canzo che ospita una pagina specifica per i sentieri dei Corni.

Il ritorno può essere effettuato per il Sentiero Geologico G. Achermann che, passando per l’eremo di San Miro al Monte (a.d. 1643-1660), scende a Gajum. Su questo sentiero [segnavia 2] si possono osservare massi erratici, una marmitta glaciale scavata dal lavorio delle acque e vari tipi di rocce come rosso ammonitico, serpentino, quarzo e gneiss (un’ora e trenta circa).

Possibili varianti: L'Azienda Agrituristica Corni di Canzo (ex Rifugio Terz'Alpe) è una buona base di partenza per escursioni nel Triangolo Lariano:

·         la traversata al Rifugio S.E.V. (1225 m.) collocato sul vasto pianoro di Pianezzo alla base dei Corni,

·         la salita alle tre cime dei Corni, Occidentale (1373 m.), Centrale (1368 m.) e Orientale (1232 m.),

·         il curioso Sasso Malascarpa (1198 m.),

·         il Monte Prasanto (1244 m.), noto per la sua geomorfologia carsica, da cui si può eventualmente proseguire fino a raggiungere il Monte Rai (1259 m.), ottimo punto panoramico.

Numerose relazioni di queste salite si trovano in internet, non ho notizia invece di una guida cartacea recente dei numerosi sentieri della zona.

 


 

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